domenica 29 aprile 2012

LE GUIDE DELLA MENTE



Da anni già guidano nelle loro attività quotidiane le persone non vedenti e diversamente abili. Ora i cani, in particolare le razze labrador e golden retriever, saranno usati anche come “guide della mente” per i malati di Alzheimer. I loro doveri andranno dal ricordare ai loro padroni di prendere i farmaci, fino a incoraggiarli a mangiare, bere e dormire a intervalli regolari. Ad avviare questo progetto, ideato dagli studenti della scuola d'arte di Glasgow, sarà l'Alzheimer's Scotland and Dogs for the Disabled, come riporta il quotidiano “The Independent”. I cani saranno addestrati per rispondere ad alcuni suoni collegati ad alcuni compiti particolari. Come a esempio consegnare la borsa con le medicine o svegliare il malato la mattina. I primi cani verranno assegnati a quattro coppie scozzesi a settembre, dove uno dei due partner si trova ai primi stadi della malattia. In base a un suono particolare, l'animale aprirà a esempio la credenza con il cibo per far nutrire il padrone, o lo guiderà al bagno, con un altro suono, per ricordargli di lavarsi. ''Le persone all'inizio della patologia - spiega Joyce Gray, dell'Alzheimer's Scotland - sono ancora in grado di vivere una vita relativamente normale e i cani possono aiutarli a mantenere una routine". L'altro vantaggio di usare un animale come compagno è che la conversazione di un malato di Alzheimer può diventare confusa, ma i cani possono dargli un senso di supporto e compagnia anche in silenzio. ''Prove aneddotiche dicono che le persone possono dimenticare - continua - i visi dei loro familiari, ma non i loro animali. Si crea un legame forte che ricordano molto a lungo e si illuminano quando li vedono. Non hanno bisogno di comunicare verbalmente, ma possono ancora interagire. Il loro legame con i cani non si basa sulle parole''. Il cane potrebbe anche incoraggiare il padrone a uscire e camminare, facendogli fare un po' di esercizio e interagire con altre persone. (ANSA)

sabato 21 aprile 2012

MANGIARE AGRUMI PER EVITARE L'ICTUS



MOSTRATA UNA MINOR INCIDENZA DI QUESTA MALATTIA IN DONNE CON UNA DIETA RICCA DI ARANCE, POMPELMI E LORO DERIVATI
Frutta e Verdura
Mangiare regolarmente agrumi porta ad un minor rischio per le donne di avere ictus. Un gruppo di ricercatori ha pubblicato su Stroke: Journal of the American Heart Association uno studio durato 14 anni. I ricercatori hanno analizzato i questionari delle abitudini alimentari di quasi 70 mila donne per studiare gli effetti dei flavonoidi, sostanze presenti in frutta, verdura, cioccolato e vino rosso, sulla salute. Ne è emerso che il consumo di flavonoidi presenti nella dieta degli Stati Uniti non ha una specifica correlazione con l'incidenza di ictus, tuttavia è stato evidenziato che il consumo di arance, pompelmi e dei loro derivati porta a una diminuzione del rischio di ictus del 19%. "Gli studi hanno dimostrato che la frutta e la verdura, e in particolare gli alimenti che contengono la vitamina C, determinano una riduzione del rischio di ictus", ha spiegato Aedin Cassidy, autore principale dello studio. "E' noto che i flavonoidi favoriscono il funzionamento dei vasi sanguigni e un effetto anti-infiammatorio", ha proseguito. Precedenti ricerche hanno suggerito che i flavonoidi presenti negli agrumi possono aiutare a prevenire l'aumento di peso e la sindrome metabolica responsabile del diabete di tipo 2, nonché di una maggiore esposizione al rischio di malattie cardiache.
Redazione MolecularLab.it 

mercoledì 18 aprile 2012

FORSE NON TUTTI SANNO CHE...

La famosissima poesia di Giuseppe Ungaretti, "Mattino", la piu' breve del secolo, "M'illumino d'immenso", era lunga il doppio della versione apparsa nel '19 in "Allegria di naufragi" (Vallecchi). Nella versione che il poeta spedì a Giovanni Papini il 26 gennaio 1917, così recitava:


"M'illumino 
d'immenso
con un breve
moto di sguardi."

GIUSEPPE UNGARETTI

GIOVANNI PAPINI

lunedì 16 aprile 2012

VINO ROSSO... UN ELISIR A PORTATA DI CAVATAPPI


Una regola per dimagrire? Allentare la tensione e, muniti di cavatappi, stappare una bottiglia di vino rosso. Questo è quanto dimostra una ricerca della Purdue University, nello stato americano dell'Indiana. Secondo gli esperti nel vino rosso ci sarebbe una sostanza che permette di controllare l'obesità: è il picetannolo, che ritarda la generazione di giovani cellule di grasso impedendo loro di maturare. Si pensa che questo possa anche proteggere il corpo da patologie cardiache e neurodegenerative, così come il cancro. "Il picetannolo altera i tempi di espressioni geniche, le funzioni del gene e l'azione dell'insulina durante adipogenesi, cioè il processo in cui i giovani cellule adipose diventano cellule adipose mature- ha spiegato il professor Kee-Hong Kim, che ha guidato la ricerca- lo stiamo testando sull'obesità animale per vedere se ha le stesse funzioni benefiche". Il composto è simile nella struttura al resveratrolo, che si trova anche in uva, mirtilli e frutti della passione. (ANSA).

BAMBINI A RISCHIO CON BEVANDE DOLCIFICATE E CARBOIDRATI


I bambini che consumano alti livelli di bevande dolcificate e carboidrati hanno un maggiore rischio di malattie di cuore più tardi nella vita. Lo indica uno studio dell'Istituto di ricerca medica dell'Universita' di Sydney, condotto su 2.000 bambini di 12 anni. La ricerca guidata da Bamini Gopinath ha stabilito che i bambini che bevono una o più bevande dolcificate al giorno hanno arterie più sottili dietro gli occhi, un fattore associato a un rischio accresciuto di malattie cardiache e di pressione alta. Lo studio, pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition, é il primo a dimostrare che le bevande dolci e i carboidrati nell'infanzia sono legati a vasi sanguigni retinali più sottili. Il danno tuttavia non ha effetti sulla vista. I risultati rafforzano l'importanza di una dieta sana, scrive Gopinath. ''E' un'ulteriore prova che le bevande effervescenti non fanno bene ai bambini'', dichiara. ''Altri studi in materia potranno costruire una forte base di evidenze, che si spera porteranno a cambiamenti di politica e di pratica, nel modo in cui cibi e prodotti vengono promossi o pubblicizzati ai bambini''. I dati degli stessi bambini saranno nuovamente analizzati fra cinque anni per verificare se il danno persiste.(ansa)

POP CORN I PIU' SALUTARI SNACK. CIOCCOLATO CONTRO L'ACCUMULO DEL GRASSO

La scienza promuove i popcorn come i più salutare fra gli snack. Il mais scoppiato vince il confronto non solo con gli altri spuntini, come noccioline, patatine, tortillas ma anche con le più nobili, dal punto di vista nutrizionale, frutta e verdura. Il popcorn, infatti ha il più alto contenuto di polifenoli, antiossidanti naturali: 300 milligrammi a porzione. La pannocchia dolce ne contiene 114, la frutta 160. "I polifenoli sono concentrati nei popcorn perchè contengono solo il 4% di acqua, mentre quelli della frutta e della verdura sono diluiti in 90% di acqua. Questo non vuol dire che i popcorn possano sostituire il consumo di frutta e verdura, che contengono molti altri nutrienti che il mais non possiede, ma che sono uno snack che si può consumare al posto di molti altri spuntini che sono solo un concentrato di grassi" sottolinea Joe Vinson, del dipartimento di chimica all'università di Scarnton, in Pensilvania, autore della ricerca presentata i giorni scorsi al meeting dell'American Chemical Society a San Diego, in California. Fra gli altri snack salati o dolci, infatti, i popcorn sono anche lo spuntino meno calorico, ma solo se preparati negli appositi macchinari che cuociono ad aria bollente. "La cottura del mais col microonde, in sacchetti già confezionati, aumenta del 43% il contenuto di grassi, la cottura in padella con un po' di olio invece del 28%. La cottura ad aria è senza dubbio la più salutare" precisa il professor Vinson. Unica raccomandazione dell'esperto: non sgranocchiare le 'vecchie zitelle', così volgarmente chiamati i chicchi che restano chiusi durante la cottura, perché danneggiano la dentatura.

Promosso anche il cioccolato grazie a una ricerca appena pubblicata su Archives of Internal Medicine e presentata dall'autrice, Beatrice Golomb, allo stesso congresso californiano. L'indagine, condotta su oltre 1.000 uomini e donne di età fra i 20 e gli 85 anni, ha valutato lo stile alimentare in rapporto al peso corporeo. A parità di calorie introdotte, quelli che mangiavano il cioccolato regolarmente avevano un indice di massa corporea (BMI) più basso rispetto a coloro che non lo consumavano. "Il cioccolato mostra una associazione favorevole con la pressione sanguigna e la sensibilità all'insulina e al colesterolo. Contiene le epicatechine, polifenoli antiossidanti, che agiscono sul metabolismo e sul consumo di insulina. Il consumo di cioccolato, quindi, può ridurre perfino l'accumulo di grasso, se non consumato in dosi esagerate", ha spiegato Golomb.